Mottana comincia con il denunciare l’addomesticamento dell’infanzia nelle città attuali. Non c’è più spazio per i loro schiamazzi, per la loro libera attività, per la loro naturale selvatichezza. I bambini sono oggi imprigionati, impigliati fin dalla nascita in sistemi di controllo. Ovunque c’è un bambino, c’è un adulto che lo osserva, controlla, disciplina; ed ogni posto occupato da un bambino è stato preventivamente pensato dall’adulto.
Il luogo dei bambini per eccellenza è la scuola. Luogo della disciplina e del controllo: «un sistema di oppressione legalmente riconosciuto» (p. 22), con le sue strutture che richiamano le carceri ed i manicomi, con il nozionismo che spegne la curiosità e la critica, con l’inadeguatezza dei metodi. Il mondo trabocca di occasioni di conoscenza, mentre gli studenti restano chiusi nelle loro aule, a confrontarsi con uno pseudo-sapere concentrato nei libri di testo.
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